Il MOSE' RITROVA LA LUCE PERDUTA






"La tragedia della mia vita" così Michelangelo definì la Tomba di Giulio II. 
Come San Pietro era il "tempio" per eccellenza della cristianità, il mausoleo del Papa doveva essere il "monumento" esemplare. E' l'opera a cui dedicò gran parte della sua vita e che del grandioso progetto iniziale, notevolmente ridimensionato dopo quarant'anni di controversie e variazioni di progetto, oggi, dopo i recenti interventi conservativi e il restauro della luce, si ha il privilegio di riscoprire e comprendere meglio l'idea primigenia e la creatività del maturo Michelangelo che proprio in questo monumento, esprime la sua più profonda umanità nonchè la sua spiritualità cristiana.
Antonio Forcellino, architetto e restauratore, racconta la storia e le tappe della realizzazione della Tomba di Giulio II, all'interno della chiesa di San Pietro in Vincoli dominata dall'imponente statua del Mosè, che oggi vibra con la stessa intensità di luce con cui la concepì Michelangelo, grazie all'apertura di un lunettone sulla parete di fondo, che gli permette di trasformare il monumento a parete in uno tridimensionale.

Click sulla foto il video della lezione del prof. A. Forcellino.




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