VILLA GREGORIANA

"Ho camminato lungo l’Aniene fino ai campi di olivi, ove s’apre un panorama su un’ampia solitudine. Ho visto il tempio di Vesta, le grotte di Nettuno e delle sirene e le cascatelle che sbocciano dai portici della villa di Mecenate”. 
Rene’ de Chateaubriand cosi’descrive ciò che vede a Villa Gregoriana durante un suo viaggio; infatti il Parco era meta obbligata del Grand Tour degli intellettuali d’Europa e la sua fama, risalente all’antichità, è attestata dalle fonti letterarie tra cui Orazio per la particolarità e il fascino dei suoi luoghi .
Il parco di Villa Gregoriana, ai piedi dell’acropoli romana di Tivoli, dominato dai templi del III-II sec. a. C. è un gioiello naturalistico immerso nel verde, allestito nel 1835 da papa Gregorio XVI (1831-1846) all’interno dell’antico alveo del fiume Aniene. La presenza di emergenze archeologiche, elementi naturali, grotte e scorci panoramici ne fanno un parco dal notevole valore naturalistico, storico e archeologico.
La creazione del parco fece seguito alla sistemazione di tutta l'area circostante per porre rimedio alle numerose e devastanti alluvioni che caratterizzavano l’area; così I lavori eseguiti tra il 1832 e il 1835, vennero progettati e diretti dall'ingegnere Clemente Folchi, che devio' il corso del fiume e le acque, così incanalate, e, ingrossate artificialmente, dettero vita alla nuova Cascata Grande, alta 120 metri.
Proseguendo tra la rigogliosa natura emergono reperti di diversi generi ed epoche: tra questi spiccano i resti della Villa del console romano Manlio Vopisco, una sontuosa dimora celebrata anche dal poeta latino Orazio, e sull'acropoli  i templi di Vesta (dedicato alla Sibilla Tiburtina) e di Tiburno, risalenti al II secolo a.C.  Per chi volesse invece, addentrarsi in profondità si trova la Grotta di Nettuno e delle Sirene, raggiungibili attraverso un tunnel nel vivo della roccia (Canale Miollis)
Nel 1870 il parco passò dal Demanio Pontificio a quello dello Stato Italiano; dopo la Seconda Guerra Mondiale la villa è stata chiusa al pubblico e lasciata ad uno stato di totale abbandono e degrado 
Nel 2002 è stato avviato un progetto di recupero, durato circa cinque anni e iniziato con la concessione della gestione del Parco al FAI – Fondo Ambiente Italiano, che ha curato il progetto di risanamento e di rimboschimento dell’area, oltre al restauro dei due templi romani. Finiti i lavori nel 2005 il Parco ha riaperto finalmente al pubblico, divenendo il primo Bene FAI nel Lazio.
















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